FESPA Italia: soluzioni digitali e sostenibili
Il presidente di FESPA Italia Nicola Posarelli parla della continua diffusione della stampa digitale in nuovi mercati.
Cosa ha in programma FESPA Italia quest’anno?
Stiamo pianificando un webinar “Waiting for FESPA” il 14 marzo, riservato ai membri FESPA e ai potenziali clienti dell'Associazione registrati a FESPA. L'11 aprile organizzeremo anche il FESPA Italia Day, la nostra conferenza annuale di un giorno. Aspettiamo con ansia la FESPA Global Print Expo, ovviamente, e ospiteremo un incontro della comunità italiana nel Club FESPA Lounge il 20 marzo alle 16:00.
Come riassumeresti lo scorso anno per FESPA Italia?
I settori della stampa rappresentati da FESPA Italia hanno vissuto un paio di anni difficili a causa della limitazione e della cancellazione degli eventi dal vivo. La normale attività sul mercato è finalmente ripresa nel corso del 2022, e direi che è tornata pienamente nel 2023.
Nel frattempo, però, le tecnologie visive digitali hanno cambiato le modalità di comunicazione in occasione di mostre o fiere. Osservando il FESPA Print Census, in cui la ricerca è stata condotta in oltre 30 paesi in tutto il mondo, possiamo vedere che il 2023 ha visto un’accelerazione negli investimenti nella stampa digitale e un aumento degli investimenti in soluzioni rispettose dell’ambiente. Quest’ultima è stata guidata dalla domanda dei clienti, con oltre il 72% che chiede soluzioni eco-compatibili.
Quali sono state le tendenze della stampa più importanti in Italia?
La stampa digitale è rimasta cruciale in tutte le applicazioni di comunicazione visiva e nella stampa dedicata alle installazioni temporanee in eventi, punti vendita e rivenditori. Lo scorso anno FESPA Italia ha condotto una ricerca sul mondo del retail e sulle scelte che oggi la grande distribuzione sta facendo per le soluzioni di stampa indoor.
I risultati evidenziano la ricerca di soluzioni sempre più sostenibili, che ha spostato l’attenzione verso soluzioni con inchiostri a base acqua o verso l’utilizzo di materiali di stampa che garantiscano la migliore gestione in ottica di economia circolare. Carta e cartone hanno visto una crescita enorme rispetto alle soluzioni con materiali plastici. C'è stato anche un aumento delle richieste di stampa sui tessuti a causa della loro leggerezza e facilità di gestione e trasporto.
Come vedi l’avanzamento del settore nel 2024?
Quest’anno prevediamo che la stampa digitale crescerà ulteriormente, anche nei mercati meno legati alla comunicazione visiva e più legati ai settori industriale e dell’arredamento.
Da qualche tempo la stampa decorativa sta guadagnando terreno nella produzione industriale. La stampa digitale su legno, vetro, alluminio e ceramica è sempre più ricercata da chi vuole offrire soluzioni personalizzate, modificando e aggiungendo valore al proprio portafoglio di prodotti industriali. Le implicazioni di queste soluzioni per l'arredamento o quelle su carta da parati, moquette e tessuti per interni stanno creando un mercato dell'arredamento d'interni che ha numerose possibilità ed è popolare tra i clienti.
In che modo il PNRR ha influito sulla competitività della stampa italiana?
Negli ultimi anni le nostre imprese hanno beneficiato dell’attuazione del piano Industria 4.0, che ha offerto maggiori opportunità di sostegno agli investimenti tecnologici e alla formazione affiancandosi alla storica legge Sabatini. [Nel 2023 è stata rifinanziata con ulteriori 150 milioni di euro la legge Sabatini, che sostiene gli investimenti delle PMI in macchinari, strumenti tecnici e tecnologie digitali in grado di favorire la competitività delle imprese.]
Il piano Transizione 5.0 presentato dal governo italiano all’UE [che promuove la digitalizzazione e l’innovazione, la transizione ecologica e l’inclusione sociale] dovrebbe beneficiare delle opportunità finanziarie derivanti dal PNRR.
Tuttavia, questo tipo di iniziative non dovrebbero esistere per sostenere lo sviluppo delle imprese in difficoltà. L’incertezza che ancora oggi esiste sulla reale portata del nuovo piano 5.0 ha di fatto rallentato, se non addirittura fermato, alcuni investimenti, e questo, in un mercato sempre più globale per le nostre imprese, ci rende meno competitivi rispetto ai concorrenti esteri. Sarebbe meglio avere piani di sostegno definiti, strutturati e di medio-lungo termine.
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